Sono figure animate dall’uomo realizzate in legno, cartapesta, metallo e tessuto che con le loro movenze danno vita alle storie dell’opera dei pupi, una forma di spettacolo che ha caratterizzato fortemente il teatro popolare siciliano a partire dai primi anni del 1800. Ad ispirare questa forma di intrattenimento popolare, seppur indirettamente, fu la figura del cuntista, un abile raccontatore di piazza che, armato di una spada e della propria voce, raccontava storie di genere cavalleresco. Utilizzando una metrica scomposta il cuntista creava suoni che incantavano il pubblico, un pubblico sempre più numeroso che accorreva nel piazze per ascoltare “u cuntu”.
Il racconto di amori cortesi e mirabolanti duelli affabulava gli spettatori e fu così che i marionettisti dell’epoca videro nei drammi cavallereschi nuove storie da raccontare e da costruire, perché sono le sapienti mani dell’artista/artigiano che danno forma e fattezze ai personaggi. Un lavoro tramandato da padre in figlio, in questo caso da nonno a nipote.
Come i suoi predecessori, anche Alfredo Mauceri, nipote di Alfredo Vaccaro, costruisce i pupi seguendo la tradizione siracusana consolidata da Rosario Vaccaro, apportando lievi modifiche, come nel caso dei visi in cartapesta che abbandonano i tratti caricaturistici per ottenere tonalità e tratti somatici più reali, ornati da capelli, barbe e baffi naturali.
Si occupa della realizzazione delle ossature dei pupi e gli oggetti di scena, partendo dal blocco grezzo di legno, lavorato interamente a mano. Le mani sono scolpite a mano così come il busto e le gambe. Gli arti inferiori e superiori dell’ossatura sono realizzati in faggio, mentre il busto è realizzato in pino, come del resto la testa sbozzata sulla quale è montata la maschera di cartapesta. Ogni arto è studiato per ottenere la giusta movimentazione. La testa e le mani vengono dipinte seguendo le specificità del personaggio.
Ogni pupo è realizzato secondo un progetto stilistico ben stabilito ed acquisisce un’anima ed una propria personalità.
Si occupa della realizzazione dei costumi di scena per i vari personaggi. Attraverso uno studio specifico si crea il bozzetto dell’abito che poi verrà realizzato attraverso sapienti mani. I modelli iconografici sono rimasti invariati; Alfredo crea personalmente i modelli per ogni pupo, ispirandosi e studiando gli aspetti stilistici delle varie epoche, non tralasciando la propria creatività. I materiali utilizzati sono i più disparati e non c’è fine alla creatività, dai tessuti più classici a quelli più innovativi.
Ogni aspetto dell’abbigliamento viene curato nei minimi dettagli. La confezione del costume viene realizzata con attenzione, sia con tecniche artigianali del passato che nuove modalità.
Il costume è spesso essenziale per definire, insieme alla tipologia del volto il carattere del personaggio. Insieme alla scenografia contribuisce a creare l’atmosfera in cui si svolge l’azione.
Il testimone di sarto dei pupi è passato di mano in mano dagli anni ’70 in poi. In principio fu Angela Vaccaro, figlia di Rosario Vaccaro, a confezionare gli abiti per i pupi di famiglia. Dopo la morte di Rosario, toccò a Francesca Vaccaro aiutare il padre Alfredo a vestire i pupi. Negli anni ’90 a realizzare le opere sartoriali per Alfredo Vaccaro fu la moglie, Gaetana Marmo. Dal 1995 al 2011 riprese il testimone Francesca Vaccaro e in seguito fu Alfredo Mauceri a creare personalmente gli abiti che disegnava già dal 1995.
Dalle armature agli oggetti di scena.
Il reparto di scenotecnica sempre diretto dal puparo Alfredo Mauceri si occupa di realizzare le armature dei pupi. oltre ad ogni oggetto utile alla messa in scena dello spettacolo. La scenografia per il teatro è l’elemento più importante per creare l’ambiente in cui si svolgeranno le azioni sceniche, dove la prospettiva diventa fondamentale per dare l’illusione di grandi spazi.
In passato…
Nel 1936 Rosario Vaccaro fu colpito da una paralisi al braccio sinistro ma nonostante ciò decise di intraprendere il mestiere di puparo adattando la costruzione dei pupi alla propria menomazione. Rosario Vaccaro realizzò i primi pupi alti più di un metro, con armature di latta, vestimenta in raso colorato ornate da passamanerie sintetiche laminate e frange in cotone; non potendo intagliare e scolpire con le due mani, lasciò in legno la parte interna del capo sbozzandone le forme e realizzando, invece, una maschera in cartapesta che applicava sulla parte frontale della testa, successivamente dipinta con tempere.